Il “Progetto del bagno minimo, funzionalità ed estetica nel limite di 6 mq” è caratterizzato dalla contrapposizione tra la continuità materica del marmo Trani e la discontinuità tagliente della pietra ardesia, lavorata con una serie di tagli dai quali fuoriesce la luce soffusa ed indiretta. Tutto il concept si organizza quindi sulla dicotomia tra questi due materiali, la cui superficie, per coesione alla citata e voluta contrapposizione, è stata immaginata trattata in modo differente: liscia e levigata a specchio per il Trani; a rilievo, appena sbozzata e martellata per l’opaca ardesia. Ovviamente al differente trattamento superficiale corrisponde anche una distinta e specifica funzione.
I volumi precisi e levigati del Trani modellano la doccia – con il sedile, il piatto e la nicchia per i saponi e il miscelatore – e la vasca che, senza soluzione di continuità, genera il relativo schienale fino a definire il lavabo con top e sottotop incorporato: volumi puri e bisellati. Viceversa, l’aspetto ruvido dell’ardesia definisce le due pareti longitudinali del vano bagno. Ma l’aspetto fermo e statico di queste due pareti verticali è a sua volta negato dai tagli, che, in un certo qual modo, spezzano la fermezza tipica della pietra in quanto materiale generalmente considerato coeso e solido; e da queste incisioni, infine, fuoriesce la luce indiretta, impalpabile e diafana quale terza protagonista del bagno Materia e Luce.
